Una cicogna che mi vola sopra la testa in centro città, una cena viet-vegana che cercherò di replicare per tutta la vita, una visita nella sede della giovane azienda che vuole cambiare il mondo dei detersivi, un supermercato pieno di prodotti animal-free, una lunga passeggiata con un’amica per attraversare tutta Monaco di sera.
Questa è la cronaca succinta di tre piovigginose giornate bavaresi, quando sono stata chiamata da Everdrop a scoprire da vicino come lavora il team che sta dietro i detersivi e i detergenti che uso esclusivamente e di cui vi parlo da due anni.
Prima di entrare negli ariosi uffici ricavati da una vecchia rimessa per treni in una verdissima zona di Monaco, dei prodotti Everdrop sapevo che sono…
- efficienti: puliscono molto bene, in alcuni casi meglio di qualsiasi altro detersivo provato (quelli per lavatrice)
- 100% vegani (per me molto importante: molti produttori utilizzano grasso di lana, cera d’api o fiele bovino)
- privi di microplastiche
- altamente biodegradabili (secondo i metodi di misurazione OECD)
- certificati EcoCert (quasi tutti)
- a packaging drasticamente ridotto (bustine di carta contenenti polvere da diluire con l’acqua del rubinetto, tab senza film per incidere radicalmente sull’impatto ambientale di produzione, trasporto, smaltimento e riciclo dei tradizionali flaconi di plastica)
- concentrati per diminuire il peso e l’ingrombro di trasporto e stoccaggio in casa
- privi di agenti chimici non essenziali all’azione che devono compiere (ad esempio il solfato di sodio che molti usano per aumentarne il volume)
- fighi: è bello circondarsi di cose che hanno un aspetto piacevole, un buon profumo e fanno sentire la coscienza a posto
Erano già tante ragioni per esserne una orgogliosa ambassador (qui ho parlato dei detersivi per i piatti)
Ma conoscendo il CEO David, il chimico-capo di ricerca e sviluppo Thomas, la direttrice del reparto sostenibilità Clara, ho scoperto che Everdrop mette in pratica la sua mission in modo capillare.
#noncielovoglionodireh, forse per non annoiare i consumatori finali con dettagli che non interessano quando si hanno le braccia piene di calzini e tute che puzzano di adolescente in palestra?
Beh, ve lo dico io.
Ecco le otto cose che ho scoperto su Everdrop
L’idea dell’azienda nasce dalla consapevolezza che in una settimana possiamo arrivare a mangiare microplastiche corrispondenti a una carta di credito: il problema non sono solo le mele in vaschetta, ma tutto quello che è usa e getta e ha del packaging, come i detersivi in flaconi. Ma con piccole azioni individuali possiamo cumulativamente fare gradi differenze. Non a caso è una delle 11 giovani aziende tedesche associate in Startups For Tomorrow.
È una B-Corp, cioè una “Benefit Corporation” certificata dall’organizzazione globale no-profit B Lab, che riconosce le aziende che agiscono in modo responsabile e soddisfano elevati standard sociali e ambientali. La comunità globale delle B Corp si impegna per un futuro sostenibile ed equo. Le aziende che ne fanno parte non lavorano solo per il profitto, ma per creare valore aggiunto per il pianeta e le persone.
Parlando di benefici per il pianeta: Everdrop è partner di Cleanhub, a cui convoglia parte dei profitti per la raccolta della plastica nel sud-est asiatico. Secondo lo stesso principio di chi pianta alberi, Cleanhub si fa pagare dalle aziende che vogliono fare off-set delle loro attività attraverso il recupero e la gestione dei rifiuti in zone dove altrimenti finirebbero in mare. I lavoratori locali ricevono una paga equa per raccoglierli, differenziarli e smaltirli correttamente; quelli non riciclabili vengono bruciati nell’industria del cemento, che richiede molta energia per essere prodotto, in quanto meno inquinanti del carbone. La filiera è tracciata in tempo reale: guardare i grafici che si muovono sul loro sito è affascinante.
Nel 2022 Everdop ha permesso la rimozione di 60 tonnellate di plastica tra Indonesia, India, Cambogia e Tanzania.
Parlando di benefici per i dipendenti: prendono dei giorni per fare volontariato regolarmente retribuito, come se fossero in ufficio; portano i loro cani sul posto di lavoro; nella pausa pranzo un trainer (per chi vuole) fa lezione nel parco e nella zona fitness accanto alla sede; un catering vegano porta i pasti due volte alla settimana, negli altri giorni ognuno porta i suoi da casa; non hanno orari e location da rispettare, solo obiettivi con una deadline da gestire a piacimento, per una migliore qualità di vita; si stanno organizzando per avere un asilo per chi va a lavorare in sede.
Le nuove formulazioni dei detersivi per bucato hanno ricevuto anche la certificazione Ecolabel: questa stringente certificazione europea garantisce che i prodotti hanno un minore impatto sull’ambiente e sulla salute rispetto ai prodotti della loro stessa categoria, tenendo in conto ingredienti, fornitori, imballaggi etc. La differenza con Ecocert? Sono certificazioni che riguardano aspetti diversi. Ecocert garantisce la presenza di ingredienti naturali, anche per provenienza e processi di produzione. Ecolabel garantisce un elevato tasso di biodegradabilità, e non necessariamente questo va a braccetto con Ecocert: ad esempio le fragranze naturali sono meno volatili e degradabili di quelle di sintesi. Quindi per avere un detersivo efficiente e sostenibile a volte è meglio avere una certificazione piuttosto che un’altra.
I loro detergenti per l’igiene personale (mani, corpo, capelli) sono 10 volte meno impattanti di un famoso prodotto che non posso citare fatto apposta per lavarsi in natura (in campeggio, in barca). Al momento non esiste una certificazione che lo dimostri, ma Thomas il chimico ne è molto fiero.
Fare contenti tutti è un casino: ogni nazione ha una percezione diversa di “quello che pulisce bene”. In Francia il WC deve sapere di candeggina, e tutto il resto deve avere un forte odore di pino, limone o lavanda. Nel Regno Unito vogliono detersivi molto liquidi con odori aggressivi. In Italia li vogliamo densi, con profumi che ricordano la natura. I tedeschi sono divisi in due: o comprano i prodotti della nonna, oppure solo quelli nuovi.
Il prezzo a singolo lavaggio è nella fascia media sul mercato italiano (la percezione è che sia più alto perché le dimensioni delle confezioni sono molto ridotte, in quanto ogni prodotto è molto concentrato), mentre per la Germania i prezzi sono equivalenti a quelli dei prodotti a marca supermercato. Insomma, stesso prezzo in euro ma diverso potere di acquisto a seconda del paese.
Per comprare i miei prodotti preferiti sullo shop di Everdrop, vi consiglio di usare il codice SASHAGREEN10: avrete uno sconto del 10% su tutto, anche sugli articoli già scontati!