
Indice
- Zero waste swap: cosa significa?
- 8 modi per ridurre la plastica in cucina
- 1. Come sostituire le spazzole di plastica per lavare i piatti
- 2. Come sostituire le spugnette sintetiche per i piatti
- 3. Come apparecchiare la tavola senza tovaglia, come a Downtown Abbey
- 4. Come sostituire la pellicola da cucina con alternative ecologiche
- 5. Come sostituire la carta da cucina con alternative green
- 6. Come sostituire le borse della spesa di plastica o nylon
- 7. Come ridurre gli imballaggi cambiando le abitudini di spesa
- 8. Come riciclare in modo furbo i barattoli di vetro
- Bonus: come sostituire la carta-forno con alternative più sostenibili
Per avere una cucina green anche le piccole scelte consapevoli di tutti i giorni possono fare la differenza.
Avete notato quanta plastica viene usata per le confezioni di frutta e verdura del supermercato, e quanta ne viene messa sul mercato per oggetti che non sono poi così indispensabili?
Il riciclo della plastica, dell’alluminio, della carta e del vetro non basta: dobbiamo tenere sempre a mente che ogni oggetto nasce da delle materie che vengono estratte, trasportate, lavorate, imballate, trasportate, usate (magari per pochi minuti!), trasportate ai centri di smaltimento e lì bruciate o seppellite o lavate e rilavorate per essere rimesse nel circolo produttivo.
I meccanici dicono: quello che non c’è, non si rompe.
Noi possiamo dire: quello che non c’è, non si spreca.
Uno studio del 2019 del WWF prevede un incremento del 41% della produzione di rifiuti plastici e un incremento del 50% delle emissioni di CO2 nella catena del valore della plastica entro il 2030.
Parafrasando Greta Thunberg, nessuna cucina è troppo piccola per fare la differenza! Ecco perché diventa importante:
- finire di usare prima di buttare;
- comprare solo quello che serve davvero: quando pensiamo che ci serve qualcosa, se resistiamo almeno due settimane prima di farlo (ma meglio un mese); molto probabilmente scopriremo che possiamo farne a meno;
- cercare un’alternativa di acquisizione: è molto facile trovare quello che ci serve usato o nuovo da un privato o un gruppo, oppure farselo regalare o prestare;
- mettersi in casa solo oggetti che possono essere riparati e smaltiti in maniera corretta (le parti riciclabili e quelle che non lo sono dovrebbero essere separabili);
- immaginare tutto quello che buttiamo e che aggiungiamo gettato dalle nostre stesse mani nel nostro giardino, nel parco pubblico, nel bosco, nel mare dove facciamo il bagno: dal piccolo elettrodomestico alla vaschetta di pasta fresca;
- imparare a declinare quello che ci viene offerto e che non compreremmo da soli dopo aver fatto i ragionamenti precedenti: il campioncino di crema per il viso nel tubetto, la sportina di stoffa con il logo del negozio, la cannuccia per il mojito e il bicchiere di plastica per la birra…
L’offerta si mantiene con la domanda, ma se la domanda non c’è… sparisce l’offerta, con tutto lo spreco di risorse che comporta.
Se un oggetto manca e deve essere introdotto nel nostro quotidiano, quella è la nostra occasione di cercare alternative.
Un libro utile sull’argomento? “In cucina senza plastica. Piccoli gesti per grandi cambiamenti“, di Carla Barzanò.
Zero waste swap: cosa significa?

Il significato di “zero waste” è doppio, perché waste in iglese sta per:
- spreco
- spazzatura
Lo “zero waste” è una filosofia di vita che spinge le persone a considerare con grande attenzione l’impronta dei loro consumi materiali ed energetici per ridurli al minimo. È infatti spesso legata al movimento minimalista (che non è necessariamente ecologista, anche se lo è quasi sempre).
Il significato di “swap” è:
- scambio, baratto
- sostituzione
8 modi per ridurre la plastica in cucina

Scegliere utensili e materiali ecologici e fare la spesa riducendo la quantità di plastica e altra spazzatura in cucina non è così difficile se vengono privilegiati fin dall’inizio:
- acciaio (inossidabile, praticamente indistruttibile per pentole, coltelli, pinze, colini, palette, cannucce…)
- vetro (puro, inodore e trasparente per ciotole, teglie da forno, barattoli, caraffe)
- stoffa per tovaglioli, panni per asciugare e pulire
- legno (di origine certificata) per taglieri, vassoi e accessori
- altre fibre naturali (vimini, bambù, paglia intrecciata, sughero, luffa)
1. Come sostituire le spazzole di plastica per lavare i piatti

Una spazzola in legno e setole di saggina per lavare le stoviglie sostituisce quella in plastica e setole in nylon.
Ad essere onesta, per ora a casa mia non sostituisce nulla, perché pur avendola comprata per quello scopo (e perché è molto carina) non so se arriverà mai a soddisfarlo.
La mia spazzola di plastica ha diversi anni, e non li sente per niente. Si torna sempre lì: la plastica è eterna, nel bene e nel male. Quindi quella che c’è va usata fino agli sgoccioli.
Una risposta realistica e pratica possiamo trovarla nel riuso: usiamo la spazzola di plastica per i piatti il più possibile e destiniamola poi alle pulizie generali quando dà segni di cedimento: potrebbe durare ancora anni!
2. Come sostituire le spugnette sintetiche per i piatti

Le spugnette per i piatti si possono sostituire con quelle di luffa, la fibra centrale di un tipo di zucca.
I suoi pro: è totalmente vegetale e biodegradabile; si può coltivare in vaso o nell’orto.
I suoi contro: la fibra è rada, per trattenere il detersivo bisogna ricordarsi di stringerla nel pugno e “pomparla” in modo da produrre la schiuma, altrimenti se ne spreca molto; a seconda di dove si compra, può costare molto più di una spugnetta sintetica.
Le spugnette di silicone sono un male minore rispetto a quelle sintetiche perché più igieniche, più durature e non nocive nell’ambiente. Sono però riciclabili solo in teoria (si tramutano in olii industriali, ma gli impianti sono pochissimi e la raccolta differenziata praticamente inesistente). Inoltre, non è un materiale inerte come spesso si pensa, soprattutto quando viene a contatto con cibi particolarmente grassi.
3. Come apparecchiare la tavola senza tovaglia, come a Downtown Abbey

La tovaglia sembra una di quelle cose impossibili da eliminare dal nostro paesaggio domestico, ma è davvero così?
Ecco i pro: si risparmia in lavatrici e stirate se è di stoffa (meno acqua, meno detersivi e smacchiatori, meno elettricità); si risparmia in plastica… se è di plastica.
I contro? Non so, io adoro pranzare sul mio tavolo di legno: mi sembra di stare a Downton Abbey!
Per contro, se parliamo di tovaglioli di stoffa vs tovaglioli di carta, ho calcolato che con quelli di stoffa (che producono 29 volte meno emissioni rispetto a quelli di carta) spendo fino a 15 volte di meno.
Quindi la soluzione più green è: niente tovaglia e solo tovaglioli di stoffa.

4. Come sostituire la pellicola da cucina con alternative ecologiche
La pellicola per alimenti non è sempre indispensabile: un vecchio barattolo dotato di tappo, un piatto o una ciotola capovolti sono più che sufficienti.
Se proprio bisogna avvolgere qualcosa, la pellicola per alimenti e l’alluminio possono essere sostituiti dalla beeswax wrap (la soluzione n°5 del video qui sopra), un riquadro di tessuto impregnato di cera d’api con cui si avvolgono o si coprono i cibi: può essere prodotto in casa con scampoli di tela sottile ed è riutilizzabile per un anno circa (poi può essere gettato nell’organico).

5. Come sostituire la carta da cucina con alternative green

Quando bisogna pulire una goccia di sugo, assorbire il latte versato, togliere le briciole… canovacci, mani a coppetta, scope, spugne, luffe, vecchi asciugamani non sono dovrebbero nemmeno essere considerati sostituti dello “scottex”, ma la soluzione normale, quella a cui dovremmo pensare di default!
E la griglia per torte appoggiata su un piatto è un’ottima soluzione per far colare l’olio dal fritto: l’olio in eccesso cade giù e il fritto rimane croccante perché resta sollevato e ben aerato.
6. Come sostituire le borse della spesa di plastica o nylon

È vero che i classici sacchetti per la spesa in plastica che ci danno al supermercato e nei negozi di quartiere sono stati sostituiti da quelli biodegradabili o compostabili: ma anche questi devono essere prodotti, trasportati e smaltiti con un enorme costo in termini di risorse materiali ed energetiche, e per un uso di pochi minuti!
Le alternative più comunemente usate sono:
- le borse di plastica e nylon che i supermercati vendono alle casse per pochi euro: queste però, arrivate a fine vita non sono riciclabili, e la persistenza dei loro materiali nell’ambiente (secondo le proiezioni) potrebbe essere di centinaia di anni;
- le sporte di cotone che spesso regalano i negozi stessi; il cotone è compostabile, ma la sua coltivazione necessita di moltissima acqua, rendendolo la fibra naturale meno sostenibile tra tutte.
La mia scelta è la sporta di paglia intrecciata:
- è di origine organica (sono foglie di palma) e quindi compostabile (escluse le eventuali cuciture in filo di nylon)
- è leggera e capiente, rigida il giusto per non comprimere il contenuto
- con i manici un po’ lunghi, è ancora più comoda perché si può portare sulla spalla distribuendo meglio il peso (anche in bicicletta!)
- si trovano in genere nei mercati rionali, nelle località di mare e… in Francia, dove sono ancora molto usate da tutti. Ho pagato le mie dai 6 ai 12 euro.

7. Come ridurre gli imballaggi cambiando le abitudini di spesa

Anche il modo in cui usciamo per fare acquisti ha ricadute sull’ambiente e può fare la differenza nella riduzione della spazzatura.
Facendo la spesa di alimenti freschi (frutta e verdura, pane, carne, pesce, latticini):
- al negozio di quartiere
- ai mercati settimanali degli agricoltori (cercate quelli di Campagna Amica della Coldiretti)
- tramite i gruppi di acquisto solidale (molto diffusi quelli dell’Alveare che dice sì, a cui sono iscritta anche io)
- presso le cooperative agricole (vivere senza supermercato non è sempre facile ma a provarci si fanno vere scoperte gastronomiche!)
… si elimina moltissimo inutile packaging usando le proprie borse, cassette e scatole da restituire e i contenitori portati da casa.
Non tutti i negozianti li accettano e, giustamente, richiedono delle precauzioni igieniche, ma vale la pena provarci.
Il mio macellaio ad esempio, da cui porto dei tupperware per il rifornimento di macinata per il cane, ha preso spunto da questa mia abitudine e ha eliminato le vaschette usa e getta in alluminio per le sue consegne ai ristoranti: si è procurato venti grossi contenitori che si fa restituire dai suoi clienti (spero siano in acciaio e non di plastica, ma se anche fosse sarebbe un gran passo avanti in ogni caso!)
Si può anche fare la spesa sfusa di alimenti secchi e vari prodotti per la casa: nelle città (ma anche online) si stanno diffondendo sempre più negozi che vendono generi alimentari sfusi o con il sistema dei vuoti a rendere, con cui si evitano imballaggi superflui. Io ad esempio uso il servizio online di portaNatura, che ha pasta e cerali buonissimi.

8. Come riciclare in modo furbo i barattoli di vetro

Il vetro è il materiale più idoneo alla conservazione dei cibi, è riciclabile all’infinito, può andare in forno (se è pyrex) e, gestito con un minimo di attenzione, è anche durevole.
Non rilascia sostanze nocive a contatto con gli alimenti, è inodore e può essere sterilizzato all’occorrenza: ci sono almeno 10 cose che non sapevate sul vetro e che ve lo faranno adottare incondizionatamente.

Ecco come uso i barattoli e bottiglie di vetro riciclati:
- per organizzare il frigo e il freezer, senza comprare apposta altri contenitori
- per conservare confetture e marmellate
- per le mie preparazioni fatte in casa come l’aceto di mele o lo staccante per torte fatto in casa
- come portacandele a costo zero per la tavola
- come vasi minimal per i fiori.
Bonus: come sostituire la carta-forno con alternative più sostenibili

La carta forno è molto comoda, ma in realtà serve solo quando si devono sformare dolci che non contengono farina (come la torta spumosa al cioccolato o la pavlova) o quando bisogna fare una cottura alla cieca e la carta forno deve fare da barriera tra la frolla e i pesi.
Meglio fare in casa lo staccante per torte dolci e salate, biscotti, muffin, cupcake:
- è sano ed economico
- si mantiene in freezer per mesi e si usa subito perchè rimane morbido, senza bisogno di scongelarlo
- non ha packaging

E voi come evitate gli sprechi di materiali inerti in cucina? Condividete i vostri metodi nei commenti!
Ps – nel mio shop affiliato su Amazon trovate i miei prodotti zero waste preferiti.
