Indice
- 1° cosa bella – Ettore, in arte Cabaret
- 2° cosa bella – cazza la randa, lasca il cane
- 3° cosa bella – le farfalle trentine
- 4° cosa bella – #vorreimanonposso
- Una cosa che anche no – non ne vedremo mai più
1° cosa bella – Ettore, in arte Cabaret
Ho fatto la mia buona azione dell’anno: sono riuscita a far adottare un cane!

Vi presento Ettore, fino a un mese fa conosciuto come Cabaret perché per farsi coccolare mette su certi spettacoli di varietà che bisogna chiamare la SIAE.
Trovato ferito sulla superstrada per Malpensa da Marina, la signora che aveva già accolto e salvato la mia Shu prima che l’adottassimo noi, curato e anche operato per togliergli le filarie, è stato un anno al rifugio La Casetta dei Sette Nani fuori Milano, ed ora vive nel paesino dove andiamo in vacanza con la sua nuova famiglia!
Conosco Giovanna e Giovanni da qualche anno, facciamo il bagno insieme tutti i giorni quando siamo in ferie.
Sono due signori dolcissimi, dai modi ineccepibili di una volta: semplicemente deliziosi.
L’estate scorsa li ho visti prendersi cura di una colomba infortunata e mi è rimasto dentro un tarlo: sono perfetti per avere una cane!
Così gliene ho parlato quando ci siamo rivisti, e mi hanno raccontato che infatti ci stavano pensando, avendo elaborato il lutto del loro amato dalmata scomparso qualche anno fa.
Ho offerto il mio aiuto nella ricerca e sono stata felicissima quando lo hanno accettato: ho sentito vari gruppi di volontari al sud, e poi ho chiamato Marina per spiegarle il contesto e la coppia, certa che avrebbe avuto il trovatello ideale per loro.
E infatti lo aveva: chi meglio di Cabaret, così bisognoso di affetto? “E poi è il tuo figlioccio, Sasha: hai contribuito a pagargli l’operazione salva-vita, ti ricordi? Così lo puoi tenere d’occhio!” Anche Marina era felicissima!
Adesso Cabaret si chiama Ettore in onore di un caro amico dei suoi nuovi genitori, ma l’indole dell’intrattenitore gli è rimasta:

Si è anche reincontrato con la Shu, che era sua vicina di recinto: come al solito lei è stata un po’ scontrosa, ma vederli insieme, al sicuro con noi umani adoranti, mi ha fatto decidere che ogni mese vi presenterò nella newsletter di Cakemania un cane adottabile: spero di diventare madrina di altri cuccioli!

Se riesco a portane a casa anche solo un altro, Babbo Natale dovrà farmi un bellissimo regalo!
2° cosa bella – cazza la randa, lasca il cane
Dicevo, la Shu è scontrosa con gli sconosciuti e anche una scappona, per cui non si può lasciarla libera.
Così quando siamo andati in montagna prima di Ferragosto abbiamo adottato la “lunghina”, ovvero il guinzaglio da dressage per cavalli… in versione cane.
Una corda lunga, insomma.

Anzi no: una cima lunga, perché anche se ogni velista ti dirà che “le corde si usano solo in montagna”, quando un velista porta il suo cane in montagna lo tiene comunque legato ad una “cima”, che tende e lascia (cazza e lasca) come se la bestia fosse una randa o uno spinnaker.

La Shu ha quindi esplorato le Dolomiti come un campo di regata, correndo con le raffiche, virando verso gli uccellini, sempre attaccata alla sua cima da 10 metri. Felice quasi come se avesse potuto scappare 🙂
3° cosa bella – le farfalle trentine

Di bellezze da ricordare per sempre ne ho viste, in Val Gardena: la volpe che non è scappata e che ci ha osservati finché non siamo andati via noi, il cavallino allo stato brado che è venuto a farsi accarezzare sul muso (e mi ha morso il braccio con delicatezza e denti che taglierebbero una lamiera da 5), le stelle alpine, i laghetti e le chiare fresche e dolci acque, quel verde abbacinante, i lamponi…

Ma le farfalle… oh, le farfalle sono state davvero un sogno!
L’ultima volta che una farfalla si è posata su di me era più di 40 anni fa, ed era nella campagna toscana. Ce n’erano abbastanza per giustificare il gioco della Vispa Teresa, ma non come in Trentino, dove ce ne sono tantissime, e non sono per niente timide: ho visto una bambina squillare di gioia perché aveva tre farfalle addosso tra viso e braccia, e questa signorina in total black è restata con me un quarto d’ora a succhiare la crema solare che avevo sul braccio.

Gente, visit Trentino: sembra di stare in un film Disney in cui siamo tutte principesse!
4° cosa bella – #vorreimanonposso
È impossibile non ammirare l’alacrità estiva dei gardenesi: come si sciolgono le nevi, subito cablano strade, ristrutturano grand hotel, costruiscono case.
Una dei cambiamenti più appariscenti che ho notato è questa nuova abitazione nella “periferia” di Selva:

Sembra uno di quegli aerei da guerra invisibili da Guerra del Golfo…

Stavo chiedendomi cosa mi piacerebbe di più se un giorno mi trasferissi in montagna – la classica baita con le tendine di pizzo e gli gnomi sul davanzale, o una casa stealth che i radar non possono localizzare?
Stavo ammirandone la coraggiosa architettura avveniristica molto probabilmente invisa ai vicini che la osservano da dietro le tendine di pizzo*…
Stavo immaginandone gli interni di nitore monastico, quando appena girato l’angolo…

Niente, non puoi togliere lo gnomo da un tirolese, o i vicini se ne accorgono subito e si offendono: anche se sei invisibile.
*Gli inglesi hanno un termine perfetto, “curtain twitcher”, per quelle persone che giudicano quello che fanno i vicini nascoste dietro le tendine di casa loro, muovendole nervosamente per non farsi beccare in flagrante.
Una cosa che anche no – non ne vedremo mai più

Eravamo quattro amici seduti davanti a questo cheese platter (che è il nome instagrammabile del buon vecchio tagliere di formaggi); parlavamo preoccupati del grande cambiamento climatico e di quanto ci vorrà per invertirlo, quando Leonardo ha detto, anzi dichiarato, con la sua solita voce posata:
“Noi non vedremo mai più un’estate normale, e nemmeno i nostri figli. Forse, se va molto bene, i nostri nipoti”.
E lì mi è sceso il cuore nella cassa toracica. Mi sono sentita impallidire dappertutto, anche sotto i piedi.
Oltre ad essere una persona che ho sempre stimato per i suoi ragionamenti, mai esposti senza eleganza, competenza e saggezza, Leonardo è un ingegnere aerospaziale per Fusion for Energy, il progetto internazionale che risolverà la crisi energetica mondiale (tra una ventina di anni): uno che vede le cose da lontano, con prospettiva; non un “laureato alla scuola della vita” che scambia le sue opinioni per fatti.
E mi ci voleva la sua affermazione rassegnata e inconfutabile per aprirmi gli occhi: negli ultimi anni, man mano che il tempo impazziva, che faceva sempre più caldo in tutte le stagioni e contemporaneamente coniavamo il termine “maggembre”, ho comunque serbato dentro di me l’idea che “la prossima estate potrebbe andare meglio (potrebbe piovere!)”, e che ogni anno è un po’ a sé, come le gravidanze.
E invece no: l’impennata degli ultimi mesi ha sbaragliato anche le proiezioni più pessimiste degli scienziati che contavano, se non altro, su un modello di crisi lineare.
Sta andando tutto MOLTO peggio di quanto potessimo immaginare.
Le città italiane sono già state invivibili tra giugno e agosto di quest’anno, e ora mi aspetto scenari geopolitici, oltre che climatici, apocalittici. Tanto che sto rivendendo tutti i miei piani per la pensione nella campagna toscana e per la poca eredità da lasciare ai miei figli: la mia idea ora è di trasferirmi sui monti, comprare una di quelle vecchie case dai muri spessi, ombreggiate da molti alberi, finché non le vuole nessuno e costano ancora poco.
Leonardo per la sua famiglia ha parlato Finlandia: è lì che il clima sarà mite, ha detto.
Forse ci saranno anche le farfalle.