Quelle in cui mi spendo molto per il latino a scuola e per i momenti in compresenza con gli amici, e faccio un sacco di similitudini belliche.

Quelle in cui mi spendo molto per il latino a scuola e per i momenti in compresenza con gli amici, e faccio un sacco di similitudini belliche.
Quando il caso decide, chissà come, se vivrai o no: un passo sul sasso sbagliato, qualcuno che non doveva essere lì ma c’è, un incontro che diventa un debito insaldabile.
Quando tuo figlio ti dà della vecchia, apri il baule dei ricordi di quando eri giovane…
Independence days: sono cresciuta. E anche la mia famiglia.
Ho imparato molte cose questo mese: a usare le mani, a tenere il guinzaglio, a chiudere gli occhi e a non vedere anche quello che vorrei vedere.
Un anno che ha tolto tantissimo a tutti, lasciandoci insieme alla tristezza una nuova saggezza. Queste sono le 5 cose che mi rimangono…
Manine e piedini, agapanti giganti e aspidistre che corrono, la rivolta dei Ciompi, il karma che non dorme. E le Karen – mute.
Un figlio giardiniere, una ragazzina da ammirare, un signore gentile, i baci che ci daremo (forse).
A volte stai sdraiata sul letto, sotto una doppia coperta che ti schiaccia sul materasso, guardi il soffitto e ti dici… è andata bene.
Il circolo della presina e della felicità, il machiavellico cinismo con cui affronto un invito a nozze – e tre oggetti di cui non posso fare più a meno.
Tra i colori pastello della Provenza e quelli primari del Lego, un mese pieno di gioia: la laurea di nostro figlio, una cattedrale di alberi, e tanto, tanto canniccio 🙂
La polenta, il vin brûlé, gli spaghetti con l’aceto. E i bacini. Non quelli che si allargano quando si partorisce, né quelli dove si fa carena alle navi: quelli che si danno con pudore.
La grande intelligenza degli stivali di gomma, i timoni per strada, cardiologi che consigliano di adottare un cane; e per noi introversi: fino a che punto dobbiamo restare nella nostra tana?
Cani e supereroi, un anno di nipotino, tre settimane di emozioni e un hotel a 30 stelle dove si può chiedere qualsiasi cosa al room service!
Da grande vuole fare l’inventore tecnologico, ma nell’attesa di “andare a studiare all’MIT e diventare il presidente della Nintendo” (cit.), Mario ha escogitato un nuovo modo di guadagnare la sua paghetta. Completamente analogico.
Che settembre sia il vero gennaio lo pensiamo in tanti: è il momento in cui ripartiamo carichi di idee, buoni propositi, magari anche delle novità concrete oltre che sperate. Cose che cambiano, vuoti che si creano e che vanno riempiti, pieni da svuotare… questo settembre è stato così per me.
La Liguria è una stretta striscia di terra curva come un arco, praticamente si può andare solo da destra a sinistra, da sinistra a destra, e molto poco in su e in giù. Genova è lo stesso, anzi lo è di più.
Finalmente abbiamo di nuovo la nostra terrazza a tetto e siamo immersi nel giardinaggio (o terrazzaggio??). E per scongiurare lo stress dei lavori, non c’è niente come la pet therapy…
Una rocambolesca notte prima degli esami, una finestra aperta sull’aria fresca e una sul futuro (con l’aiuto di un insegnante illuminato). E una botte sempre piena.
I bambini chiedono presto uno smart phone, tanto che molti lo ricevono per la Prima Comunione. La nostra è una famiglia atea e materialista, in deriva materialistica se si considera che nostro figlio ha avuto il suo cellulare a 8 anni (senza la scusa della Comunione). Non era previsto. Eravamo contrari, ma… ci siamo convertiti anche noi.